Ti immagini in sella a un cavallo, lanciato a una velocità folle attraverso una selva fittissima. I rami ti frustano, le foglie ti accecano, ma tu continui, perché davanti a te, lontana ma reale, c’è una luce. Un pertugio che si allarga, si trasforma in una finestra, poi nella fine della selva. E tu ci arrivi, urlante, vivo, pronto a superare l’ostacolo.
Ecco cosa significa l’inclusione. Non è un’idea astratta, è un percorso accidentato, pieno di ostacoli reali, ma anche di voci che dicono: vai avanti, noi siamo con te.
Il 26 febbraio, al Quirinale, durante la Cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, la nostra Presidente Mariolina ha ricevuto questo riconoscimento (c’è qualcuno che ancora non lo sa?). Non è solo un titolo, ma il simbolo di un impegno concreto, costruito giorno dopo giorno. Non celebriamo un traguardo, ma la conferma che l’inclusione non è un’utopia.
Mattarella ha sottolineato un concetto chiave: non servono gesti eroici, ma la scelta quotidiana di non restare indifferenti. Questo è quello che facciamo alla Bottega dei Semplici Pensieri: non straordinarietà, ma normalità. Includere deve essere la regola, non l’eccezione.
L’inclusione è un fatto, non uno slogan
Abbattere barriere, creare opportunità, dare autonomia non dovrebbe essere straordinario. Eppure, lo è ancora troppo spesso. A Casa Mehari lavoriamo perché non lo sia più: formiamo ragazzi con disabilità, costruiamo percorsi di crescita, rendiamo l’accesso al lavoro una realtà.
La solitudine si supera insieme
Uno dei punti più incisivi del discorso del Presidente ha riguardato la solitudine. Viviamo in un mondo connesso, eppure molte persone si sentono isolate. Non basta comunicare, serve condividere esperienze reali.
Alla Bottega lo vediamo ogni giorno: l’inclusione è relazione, non solo occupazione. Nelle cucine, nei laboratori, dietro un bancone, si creano legami veri. Le barriere non sono solo fisiche, ma sociali e culturali. Superarle è un lavoro collettivo.
Non un riconoscimento, ma una spinta a fare di più
Pianificare, programmare, progettare con obiettivi a lungo termine. Forse, in questo, non siamo sempre stati bravi. È sempre stata la pancia a guidarci. E tanto cuore, sempre, oltre ogni ostacolo.
Lavoreremo di più, lavoreremo meglio. Impareremo a essere più strategici, più lungimiranti, senza mai perdere quella passione che ci ha portato fin qui. Perché se c’è una cosa che abbiamo capito è che l’improvvisazione può aprire porte, ma la pianificazione le tiene spalancate.
Questo riconoscimento non chiude un percorso, lo rafforza. Perché ogni risultato è fatto di piccoli passi, e ogni passo conta. Mattarella ha detto: “È importante trasmettere questi valori ai giovani.” Ed è proprio ciò che continuiamo a fare.
Il cambiamento non si proclama, si costruisce.
L’inclusione non è un favore, è un diritto.
Una società migliore non si attende, si realizza.
Grazie, Presidente Mattarella, per averci ricordato che il futuro si costruisce con azioni reali, con scelte concrete, con coraggio.
E così, torniamo in sella.
Non sempre su un destriero, più spesso su un ApeCar carico di idee, sogni e progetti.
Spada in mano, pronti a combattere per un mondo dove l’inclusione non sia un’eccezione, ma la normalità.
Perché la strada è ancora lunga, ma noi ci siamo. E andiamo avanti. Sempre.



